L’OSPEDALE PARTIGIANO FRANJA SOPRAVVISSUTO FINO AD OGGI

L’Ospedale partigiano Franja è uno dei pochi ospedali partigiani sloveni, attivi durante la seconda guerra mondiale, che sono sopravvissuti fino ad oggi. L’ospedale è cresciuto nell’aspra gola di Pasice a Dolenji Novaki pri Cerknem. È un luogo di memoria dal valore comunicativo eccezionale. È stato proclamato monumento di importanza nazionale ed anche insignito del Marchio del patrimonio europeo per il suo contributo alla storia europea comune.

Fa appello ai visitatori in diversi modi. Forse vi colpiranno la vista delle pareti a strapiombo della gola e l’effervescente e maestosa cascata lungo il percorso di accesso oppure vi incanterà il sentiero che sale dolcemente attraverso la foresta, circondato dal profumato tappeto dei ciclamini di bosco. Sarete sicuramente colpiti e sorpresi dal gruppo di baracche di legno incastonate sul fondo della gola di Pasice e dalla storia della loro origine e missione.

Proprio nei momenti più difficili, i partigiani lo costruirono con l’aiuto della gente del posto per salvare vite. Quattordici capannoni di legno in tutto, tra quelli con i letti a castello, quelli adibiti a sale operatorie e radiografie, una cucina, un magazzino, una lavanderia con bagni, una centrale elettrica, vari rifugi per i feriti e bunker per la guardia, testimoniano la straordinaria organizzazione della vita e del lavoro di una manciata di persone che furono disposte a sacrificare le loro vite per aiutare gli altri. È una testimonianza della loro dedizione, dell’ingegnosità e dell’alto livello di competenza professionale: hanno infatti fornito rifugio a 578 feriti tra il 23 dicembre 1943 e il 5 maggio 1945; molti di questi si salvarono. Al funzionamento dell’ospedale vengono associati i nomi di molte persone coraggiose: la dottoressa Franja Bojc Bidovec, da cui l’ospedale prende il nome, il fondatore e medico Viktor Volčjak, il medico italiano Antonio Ciccarelli, il chirurgo Franci Derganc, gli infermieri Gašper e Danilo, le infermiere Pavla e Lida e molti altri, molti feriti di diverse nazionalità, piloti alleati, soldati feriti dell’esercito nemico ecc. Le storie dei feriti e del personale, raccontate dalle tavole informative poste tra le baracche, riportano in vita il ricordo di tempi di sofferenza e di prove difficili, ma anche di straordinario cameratismo, coraggio e solidarietà. Qui possiamo renderci conto del prezzo della pace e della libertà di cui godiamo oggi.